L’uscita del dodicesimo album di Taylor Swift, The Life of a Showgirl, è stata accompagnata in primis da un’ondata di entusiasmo, ma anche da una polemica che nessuno si aspettava. Durante il weekend, la popstar americana ha lanciato una serie di video promozionali interattivi su Google, trasformando la presentazione del disco in una sorta di caccia al tesoro digitale. Tuttavia, in poche ore, la campagna si è trasformata in un caso mediatico: alcuni fan hanno notato dettagli “sospetti” che farebbero pensare all’uso di intelligenza artificiale nella creazione dei filmati.
Secondo quanto riportato da utenti su X e Reddit, i dodici video diffusi in diverse città del mondo — tra cui Londra, New York, Parigi, Milano e Barcellona — contenevano errori visivi tipici delle produzioni generate da AI.
Per molti queste incongruenze rappresentano la prova che parte del materiale promozionale è stato generato con AI, in contrasto con le posizioni pubbliche dell’artista. Taylor Swift, infatti, si è più volte espressa contro l’uso non autorizzato di tecnologie generative, in particolare dopo che nel 2024 un’immagine fittizia di lei creata da AI era stata diffusa durante la campagna elettorale dell’ex presidente Donald Trump.
Inoltre, la cantante aveva sostenuto le rivendicazioni degli attori e musicisti iscritti al sindacato SAG-AFTRA, che nel 2023 avevano scioperato anche contro l’uso improprio dell’intelligenza artificiale.
Il progetto promozionale, realizzato in collaborazione con Google, prevedeva che gli utenti cercassero il nome della cantante per sbloccare messaggi nascosti e partecipare collettivamente a una sfida: raggiungere 12 milioni di “tocchi virtuali” su una porta arancione digitale per svelare il videoclip del brano The Fate of Ophelia. Tuttavia, poco dopo la diffusione dei teaser, alcuni video sono stati rimossi dai canali ufficiali della cantante, alimentando ulteriormente le accuse.
Non sono mancati, però, i fan che hanno difeso la popstar, sostenendo che la responsabilità potrebbe ricadere su YouTube o Google, che avrebbero utilizzato i propri strumenti generativi — in particolare il modello Gemini — per creare parte del materiale visivo. “Tutti usano l’AI, ma se lo fa Taylor è un crimine”, ha scritto ironicamente un utente su X, a testimonianza di quanto la discussione si sia divisa. I teaser di Swift, al di là dell’intenzionalità o meno, mostrano quanto sia ormai difficile tracciare un confine netto tra creatività umana e contenuti sintetici.